{"id":50,"date":"2022-09-19T18:15:49","date_gmt":"2022-09-19T16:15:49","guid":{"rendered":"http:\/\/riva.retedellacollinatorinese.it\/?page_id=50"},"modified":"2023-07-19T14:40:13","modified_gmt":"2023-07-19T12:40:13","slug":"1-leopoldo-pollack-e-i-giardini-mai-realizzati","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/riva.retedellacollinatorinese.it\/index.php\/1-leopoldo-pollack-e-i-giardini-mai-realizzati\/","title":{"rendered":"1. Leopoldo Pollack e i giardini mai realizzati"},"content":{"rendered":"\n

a cura di Diana Cossa, archivista<\/p>\n\n\n\n

Leopoldo Pollack nacque a Vienna nel 1751, figlio di un funzionario della Cancelleria del Dipartimento d’Italia a Vienna. Si trasfer\u00ec a Milano nel 1775 dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti nella citt\u00e0 natale e divenne ben presto collaboratore del suo maestro, Giuseppe Piermarini. Si afferm\u00f2 professionalmente a partire dagli anni Ottanta assumendo un ruolo importante sotto il regno di Giuseppe II, impegnandosi particolarmente nella progettazione di una serie di edifici per l\u2019istruzione e per l’assistenza nella Lombardia austriaca.<\/p>\n\n\n\n

Tra il 1796 e il 1797 fu incaricato dalla contessa Faustina Grosso, moglie del conte Carlo Mazzetti di Montalero, di progettare il giardino del suo palazzo di Riva di Chieri.<\/p>\n\n\n\n

In una lettera del 30 dicembre del 1796 indirizzata alla contessa Mazzetti, Pollack si scusa per essere stato trattenuto tre mesi dai suoi committenti e amici (gli Asburgo a Milano) e di non aver potuto assolvere al compito assegnatogli dalla contessa: \u201cPrometto con questa di servirla con ogni puntualit\u00e0, pi\u00f9 presto che ne sar\u00e0 fattibile \u2026\u201d e chiede delucidazioni sul progetto che dovr\u00e0 eseguire: \u201cHo creduto di rimandare il suo foglio redatto soltanto per il minor volume in piccolo col sopra posto indice uniforme all\u2019originale sul quale io appoggio le mie domande \u2026 prego, pertanto, di rispondere in ordine tenuto da me e di farmi avere pi\u00f9 presto che sar\u00e0 fattibile la dimandata forma dei fabbricati \u2026\u201d<\/p>\n\n\n

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Si informa, inoltre, sulla grandezza che avrebbero dovuto avere tali fabbricati chiedendo spiegazioni sulle unit\u00e0 di misura: \u201ccome pure farmi sapere quanti piedi del Re ne contiene un trabucco di Piemonte overo quanti piedi del Re fanno trenta trabucchi di Piemonte\u201d, ricordandoci che all\u2019epoca il sistema di misurazione era diverso da quello metrico decimale che usiamo ora e che cambiava a seconda delle aree geografiche.<\/p>\n\n\n\n

Piede=12 once (oncia = 12 punti) che corrisponde a metri 0,514403<\/p>\n\n\n\n

6 piedi= trabucco di Piemonte<\/p>\n\n\n\n

La pianta dell\u2019area di Palazzo Mazzetti ci mostra quanto doveva essere grande lo spazio occupato dal \u201cgiardino compreso li muri che lo chiudono\u201d, contraddistinto con la lettera D e suddiviso in due grandi aree. <\/p>\n\n\n\n

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La pianta del giardino indica in maniera minuziosa le aree dove dovevano essere posti i vari tipi di alberi, che sono elencati in francese, e le zone dove ci sarebbero state delle costruzioni:<\/p>\n\n\n\n

nella zona D, ad esempio, doveva esserci un frutteto (verger), nello spazio contrassegnato dal numero 29 un pergolato (charmille), nello spazio col numero 5 il tempio di Bacco, mentre il numero 6 indica il grande viale di platani delimitato da pergolati di carpino (grand aveneu de paltane a border de charmille\u2026).<\/p>\n\n\n\n

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Oltre ai disegni ci sono in archivio anche appunti dettagliati su come si sarebbe dovuto procedere alla costruzione delle varie parti del giardino.<\/p>\n\n\n\n

\u201cPer riempire la vasca nell\u2019ortaglia si costruir\u00e0 un canale sotterraneo di capacit\u00e0 tanta quanta sar\u00e0 fattibile di averne dell\u2019acqua; il suo scaricatoio, che sar\u00e0 vicino al bordo della vasca, dovr\u00e0 essere di uguale dimensione, perch\u00e9 progressivamente l\u2019acqua suddetta possa con la sua quantit\u00e0 far dell\u2019effetto alla fontana n. 12 ove sgorgher\u00e0 da varie fessure dello scoglio da disporsi pittorescamente\u2026 Da questa fontana dovr\u00e0 correre l\u2019acqua suddetta formando in n. 13 un lago \u2026\u201d.<\/p>\n\n\n\n

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Vi sono pure indicazioni su quanto doveva essere profondo lo scavo dei fossati per piantare gli alberi.<\/p>\n\n\n\n

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\u201cSi avr\u00e0 cura che nei siti dove si dovr\u00e0 costruire o eriggere qualche monumento, o fabbrica, di far primo il proporzionato fondamento di muro sul fondo sodo altrimenti facendo questa operazione dopo che \u00e8 ridato gi\u00e0 il piano risulta un duplo lavoro, in conseguenza nuova spesa, e gli oggetti sono soggetti a calare, strapiombare\u2026\u201d.<\/p>\n\n\n\n

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Sono molti i bozzetti acquerellati che Pollack realizz\u00f2 per la progettazione dei giardini di palazzo Grosso e che costituiscono un’importante testimonianza della sua attivit\u00e0 artistica e testimoniano il suo interesse di armonizzare natura e architettura, anche se mai si concretizzarono a causa delle turbolente vicende politiche che in quegli anni investirono lo stato sabaudo.<\/p>\n\n\n\n

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